lunedì 7 aprile 2014

L’Italia è ancora inadempiente alla direttiva comunitaria per non aver adottato il numero unico per le emergenze: gli altri Stati europei, invece, si sono adeguati subito e conoscono solo il 112.


Noi italiani siamo abituati a dare i numeri. Anche quando si tratta di cose serie.
Se vogliamo l’intervento dei Carabinieri dobbiamo chiamare il 112; se invece chiediamo il soccorso della Polizia dobbiamo digitare il113; se siamo rimasti fuori casa o il gattino è salito sull’albero, bisogna chiamare i Vigili del Fuoco al 115; se qualche familiare sta male, nel momento di emergenza dobbiamo ricordare che il Pronto Soccorso risponde solo al numero 118. Al contrario, se l’emergenza deriva da un incidente stradale, la combinazione da digitare è quella del Soccorso stradale al 116. Ed ancora, se abbiamo bisogno della Guardia di Finanza bisogna chiamare il117; per l’intervento della Forestale è necessario ricordare il numero 1515, o, per la Guardia costiera, il 1530.

Non è tutto. Ci sono poi i numeri delle Polizie municipale degli oltre ottomila Comuni italiani, quelli delle singole Questure, dei posti di Polizia e delle stazioni dei Carabinieri, dei vari “sangue urgente“, dei centri antiveleni, delle ASL.

Se nostro figlio, nella notte, ha la febbre alta bisogna chiamare laguardia medica anch’essa raggiungibile a un numero speciale; la stessa cosa per avere farmaci a domicilio, o il pronto interventoveterinario. E poi si aggiungono le varie emergenze droga,cardiologia, psicologia, elettricità, acqua, gas, ecc.

La conseguenza è che dobbiamo portare sempre dietro il consueto “santino” plastificato, con l’indice di tutti i numeri d’emergenza, e stare attenti a non perderlo, perché, altrimenti, se sbagliamo numero, non sempre dall’altro lato del telefono ci sarà chi sia disponibile a darci le informazioni necessarie.

C’è chi ha buona memoria ed è in grado di ricordare tutti i numeri d’emergenza. Ma le persone anziane non sono così fortunate. E pensate anche al disagio per i poveri turisti che non sono al corrente delle complicazioni italiane (l’Italia dovrebbe essere un Paese che vive di turismo).

Invece, nel resto del mondo, esiste un solo numero d’emergenza. Negli Usa è il 911: digitandolo, ci si collega ad una centrale operativa in grado di localizzare il luogo da cui proviene la chiamata, di registrarla e di gestire la richiesta di soccorso, inviando a seconda dell’emergenza: polizia,  vigili del fuoco o ambulanza.

In molti altri Paesi dell’Unione Europea il numero unico d’emergenza è il 112. Questo perché, nel lontano 2004, le istituzioni della Comunità avevano deciso che tale numero unico dovesse divenire operativo in tutti i Paesi membri. L’Italia – neanche a dirlo – non si è mai adeguata alla norma (mentre altri Stati si sono adeguati quasi immediatamente).
Così, nel 2009, l’UE ha sanzionato il governo italiano per non essersi ancora adeguato alla direttiva.

A dicembre 2013 il numero unico 112 è stato attivato, in via sperimentale, solo in alcune provincie della Lombardia. Ma il problema relativo all’adeguamento del numero unico d’emergenza giace ancora in qualche stanza del ministero, dimenticato da tutti. Come, del resto, le decine di numeri telefonici.




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