sabato 19 gennaio 2013

118, la Cri rinuncia alle ambulanze Dopo 4 mesi, si rischia ancora il caos


Disdetta la convenzione da 19 milioni e mezzo firmata ad agosto. Per la seconda volta in un anno e mezzo la Croce Rossa abbandona il servizio di 118. Ora affidamento diretto per sei mesi e poi un nuovo bando. Ares: “Valutiamo azioni civili e penali per turbativa di servizio pubblico”. Nigro (Fp Cgil): “La Cri? Incomprensibile e irresponsabile” DI AMBRA MURÈ

Nessuna pace possibile. Il divorzio tra Ares e Croce Rossa questa volta pare definitivo. L’agenzia regionale per l’emergenza sanitaria non ha digerito il l’“imprevisto” ripensamento della Cri. Che, dopo appena quattro mesi dalla firma, ha deciso di disdire la convenzione da 19 milioni e mezzo per la gestione del servizio di emergenza del 118. E adesso, in una lettera inviata dal direttore generale Antonio De Santis alla Regione Lazio, minaccia: “L’Azienda si riserva di valutare ogni azione, sia in sede civile che penale, idonea a individuare eventuali responsabilità della Cri per turbativa di servizio pubblico essenziale”.

L’ESPOSTO DELLA CGIL – Una nuova tegola sulla testa della Croce Rossa. Già alle prese con un esposto presentato dalla Cgil a Carabinieri, Guardia di Finanza e Corte dei Conti per verificare la corretta applicazione amministrativa della convenzione sottoscritta da Ares e Cri. Nel documento sono infatti elencate una serie di presunte violazioni. “Primo tra tutti il divieto, non rispettato, di subappaltare il servizio avuto in gestione dall'Ares 118”.

LA DISDETTA DELLA CONVENZIONE – Tutto questo avveniva ancora prima che la Croce Rossa comunicasse, “seppur con vivo rammarico”, la risoluzione unilaterale dell’accordo per la gestione del 118. La ragione della disdetta viene così motivata: “Non sono ancora pervenute le somme previste per l’acconto e la situazione che si venuta a creare rende impossibile per la Croce Rossa proseguire nelle attività in convenzione”.

DUE VOLTE IN UN ANNO E MEZZO – Una giustificazione che convince poco Gianni Nigro della Funzione Pubblica Cgil di Roma e Lazio. “È una decisione incomprensibile e irresponsabile”, dichiara a Paese Sera. “La convenzione è stata firmata solo pochi mesi fa e va rispettata”. Peraltro questa non è la prima volta che la Cri abbandona il servizio. “Questa – ricorda Nigro – è la seconda volta in un anno e mezzo. Spero quindi che non ci sia una terza possibilità. Adesso la soluzione più economica e razionale sarebbe l'affidamento diretto all'Ares 118”.

AFFIDAMENTO DIRETTO PER 6 MESI – Una via difficilmente praticabile, alla luce del blocco delle assunzioni. L’ipotesi più probabile è quella descritta dallo stesso direttore dell’Ares: “indire una procedura negoziata senza bando della durata di sei mesi”. Per avere il tempo di predisporre una gara d’appalto che affidi il servizio di ambulanze a un soggetto privato. Impensabile sospendere, anche solo per un giorno, un servizio essenziale come il soccorso in emergenza sul territorio regionale. Il tempo però stringe, dal momento che la Croce Rossa ha già comunicato di voler proseguire la collaborazione “per il territorio di Roma e provincia solo per un periodo di 60 giorni”.
paesesera.it

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