Quasi tre milioni di chiamate al 118 ogni anno; 366.884 le richieste di
intervento prese in carico dall'Ares nel Lazio nel solo 2014; 220 i mezzi
in dotazione gestiti o coordinati dalle centrali operative provinciali;
1.929 le missioni di elisoccorso effettuate.
Sono questi i numeri resi noti nel corso dell'audizione sul nuovo Atto
aziendale predisposto dall'Azienda Regionale Emergenza Sanitaria,
all'attenzione della commissione Politiche sociali e Salute, presieduta da
Rodolfo Lena (Pd).
Ad essere ascoltati alla Pisana, il direttore generale Paola Corradi e il
direttore sanitario Domenico Antonio Ientile.
"A fronte di numeri così importanti - ha spiegato Corradi - abbiamo
tuttavia recepito le indicaz ioni della Regione sulla riduzione del numero
complessivo delle Unità operative, realizzando un'architettura
organizzativa e funzionale in grado di garantire pienamente l'adempimento
della nostra mission, ovvero: l'attività di soccorso, la gestione di
maxi-emergenze e grandi eventi, l'attività formativa, i trasporti
secondari".
Rispetto all'Atto vigente, datato 2006, è previsto infatti uno snellimento
delle Unità operative, che passano da 49 a 27 (-45 per cento).
"Abbiamo provveduto - ha continuato il direttore generale dell'Ares
118 - a potenziare l'attività di programmazione, pianificazione e
controllo, nonché le dotazioni tecnologiche".
Sul fronte organizzativo, il direttore sanitario Ientile ha annunciato la
riduzione, mediante accorpamento, delle centrali operative, che passano da
sette a quattro: "In questo modo rispondiamo agli standard di
riferimento che prevedono una centrale ogni 600mila abitanti. Questo nuovo
assetto - ha continuato - dovrebbe agevolare il passaggio al Numero Unico
Europeo 112 e ad una migliore e più efficace distribuzione sul territorio
dei mezzi di soccorso sanitarizzati".
I vertici Ares hanno però rappresentato una persistente situazione di
grave carenza di personale: tra nuovi assunti e cessati nel 2012 il saldo
era negativo (-46 unità) e tale è rimasto nel 2013 (-40) e nel 2014 (-34).
"Abbiamo chiesto a più riprese deroghe rispetto al blocco del
turnover imposto alla Regione dal Piano di rientro: sappiamo che c'è la
volontà di invertire questa tendenza ma è ovvio che alla lunga avremo
sempre maggiori difficoltà a far uscire i nostri mezzi di soccorso se non
saranno equipaggiati adeguatamente con gli operatori sanitari necessari e
resi obbligatori per legge", ha concluso Corradi.
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