(OMNIROMA) Roma, 04 NOV - "Il nuovo decreto di riordino della rete ospedaliera dichiara finalmente concluso ed archiviato il tempo delle macro aree e opera alcune scelte su cui ci siamo battuti come un primo riequilibrio dei posti letto tra Roma e le Province e una modernizzazione del sistema dell’emergenza. Finalmente, inoltre, vengono riconosciute alcune specificità quali Subiaco, Bracciano, Amatrice ed Acquapendente che diventano ospedali di zona disagiata con una organizzazione adeguata a rispondere nell’immediato alle richieste dell’utenza. Complessivamente, ad una prima lettura, la riorganizzazione pare essere supportata, oltre che di analisi di contesto epidemiologico, anche di buon senso e rispetto per i diritti dei cittadini". Così una nota congiunta di Natale Di Cola, Cgil Fp, Roberto Chierchia, Cisl Fp e Sandro Bernardini, Uil Fpl.
"Diversi - aggiungono - sono anche però i punti che non ci convincono come le scelte fatte sulla Roma A, sul Campus Bio Medico, il rapporto con i Policlinici, solo per citarne alcuni. Quello che però fa nascere i dubbi maggiori è la scelta di “spostare” attività e personale senza che ci si ponga neppure lontanamente il dubbio di attivare relazioni sindacali e criteri di trasparenza. L’impressione che deriva, scorrendo il testo, è che il personale sia una variabile strumentale privo di diritti e regole contrattuali. La questione risulta ancora più sgradevole in quanto da una Regione che, per la prima volta tende a invertire la tendenza e riconoscere pari dignità ai suoi cittadini in qualsiasi provincia risiedano, ci saremmo aspettati altrettanta attenzione asl confronto con le organizzazioni sindacali e ai diritti dei lavoratori. Speriamo infine che alle parole sentite anche dal Ministro Lorenzini sullo sblocco del turn over senza il quale anche questo riordino darà di difficile applicazione seguano finalmente i fatti. Ci spettavamo che almeno sui 3000 precari del Lazio ci fosse una risposta, anche per questo il prossimo 8 novembre saremo in piazza con Cisl e Uil con i lavoratori dei servizi pubblici per cambiare le norme nazionali ed il 14 saremo sotto la Regione Lazio per chiedere un cambio di passo.
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