sabato 8 novembre 2014

Di Cola ( Fp Cgil Rom e Lazio): il nostro impegno perchè lo Stato funzioni; Pubblici dipendenti e cittadini uniti nella lotta

“È la prima volta che tutti insieme, unitariamente, i dipendenti pubblici partecipano ad una manifestazione. Tanti settori, tutti al servizio dei cittadini, scuola, sanità, sicurezza, soccorso pubblico e privato, università e ricerca, funzioni centrali, privato e sociale, gli ‘statali’, dai ministeri agli enti locali, sfileranno per le vie di Roma raccogliendo l’appello di Cgil, Cisl e Uil. Non cerchiamo lo scontro con il governo, vogliamo solo affermare  due diritti che non possono essere separati l’uno dall’altro: quello dei cittadini cui devono essere assicurati servizi adeguati e quello dei lavoratori a partire dal salario con i contratti fermi al 2009.  La ‘ riforma’  Madia deve essere modificata, così non va. E un benvenuti a Roma ai lavoratori che arriveranno da ogni parte d’Italia”.
  Di Cola ( Fp Cgil Rom e Lazio): il nostro impegno perchè  lo Stato funzioni
Così Natale Di Cola, segretario generale della  Funzione pubblica Cgil di Roma e del Lazio risponde alla nostra prima domanda che riguarda il valore e il significato della manifestazione. “ Si cerca-riprende- di far apparire i dipendenti pubblici come dei burocrati, dei fannulloni nascosti dietro sportelli non funzionanti. Il nostro lavoro ha come unica finalità quella di garantire che lo stato, nelle sue varie articolazioni, funzioni: dall’assistenza alla salute, dall’istruzione alla sicurezza, dal sostegno alla previdenza, insomma tutto ciò che ‘serve’ ai cittadini. In particolare in un periodo di crisi economica aumentano i soggetti deboli, le loro difficoltà. Le famiglie hanno bisogno del supporto dei servizi pubblici. Sarebbe necessario rafforzare e non tagliare risorse e competenze”. Ma lo interrompiamo, la riforma targata Madia dovrebbe affrontare e risolvere tutti i problemi, in particolare quello dell’efficienza. “La realtà -riprende Di Cola- è che lo Stato arretra il suo raggio di intervento, mentre servirebbe una maggiore copertura sociale se si vuole contribuire ad uscire dalla crisi in tempi rapidi. Le risorse da destinare ai servizi pubblici sono un investimento e non una spesa”.
Quando c’è da tagliare si colpiscono i servizi pubblici
Eppure, quando c’è da tagliare, sono i servizi pubblici ad essere colpiti, tagli lineari, come si dice? “La realtà- sottolinea Di Cola- è ben diversa. Ogni euro stanziato per assistenza, sostegno, istruzione, prevenzione, salute, sicurezza significa risparmiare domani 10 euro. I costi dell’intervenire ‘dopo’ sono enormi. Un esempio: mettere in sicurezza un fiume, un territorio significa evitare  disastri che si pagano a caro prezzo. Investire per risparmiare costi sociali, produttivi, infrastrutturali”.  Ma negate che ci siano sprechi, sacche di rendita, lobby, privilegi. “C’è ancora molto da fare, ma è sbagliato fare di ogni erba un fascio. Proprio quei nomi che hai fatto, lobby, rendite di posizione impediscono di attaccare privilegi e favori. La qualità dei servizi è anche tanta trasparenza e piena legalità. Favorire norme e  loro applicazione aiuterebbe le Casse dello  Stato e alzerebbe il livello di considerazione, di credibilità del nostro Paese, ancora oggi visto come patria della mafia, della corruzione, del malaffare”.
Perduti migliaia di euro con i contratti bloccati al 2009
Veniamo all’altro diritto, collegato al servizio ai cittadini, quello dei lavoratori che dal 2009 con i contratti bloccati hanno perduto migliaia di euro. “Intanto, una cosa di cui si parla poco. Stesso lavoro, stessi diritti, stesso salario, sarebbe una cosa normale. Invece siamo in presenza di un vero e proprio dumping contrattuale”.  Che significa? Qualche esempio per chiarire. “Se fare l’infermiere vale 100, 100 deve valere sempre. Il governo invece interviene aggiungendo nuove forme di tipologie a quelle tante che già esistono. Occorre una norma di buon senso: uguali diritti, uguale salario per uguale lavoro. Così si potrebbero azzerare forme di precariato e di sfruttamento”.
Per concludere chiediamo a Di Cola di individuare una situazione dove maggiore è il disagio sia per i lavoratori che per i cittadini. “Mi verrebbe da dire che non c’è che da scegliere. Se  tiri a sorte  fai sempre centro, un ‘premio’ lo porti a casa.  Prendiamo il settore dell’Istruzione, interessa tutti, grandi e piccoli, studenti e insegnanti, il personale tutto. Il Paese e il suo futuro. Quando si parla di innovazione, tecnologie,  reti, internet , la base è sempre lì, nella scuola, nella formazione. La buona scuola la fanno tutti  i docenti, il personale tecnico e di supporto, buona parte di loro lavorano senza garanzie e senza diritti, da precari, il resto senza contratto da cinque anni. Spesso non ci sono i soldi per la carta igienica, per i pennarelli, il laboratorio è chiuso, o peggio, il soffitto ha infiltrazioni e il tetto è pericolante. Tutti i paesi stanno investendo nell’istruzione, in Italia c’è la prova di sopravvivenza: ce la farai a svolgere i progetti educativi e la programmazione didattica con meno  dell’anno precedente. Vedi tu, arrangiati”. Insomma, in conclusione: la nostra vita, la nostra giornata quotidiana si muove in parallelo con tutto quanto è pubblico. Gli “interessi” dei dipendenti  pubblici sono anche quelli dei cittadini. Verrebbe voglia di dire, riprendendo un vecchio slogan, “uniti nella lotta”.

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