venerdì 21 febbraio 2014

"La forza della Cgil"

14 febbraio 2014 -  In uno dei suoi ultimi scritti, era il 1957,  Giuseppe Di Vittorio, rivolgendosi alle lavoratrici e ai lavoratori, affermava che "la Cgil è il bersaglio preferito di tutte le forze conservatrici e reazionarie, di tutti i ceti privilegiati, di tutti i miliardari dei monopoli, perché essa è la forza dei vostri diritti e la guida delle vostre conquiste. Rafforzatela, difendetela dovunque". E poi ancora: " ma affinchè la Confederazione Generale del Lavoro possa adempiere a questo suo grande compito di carattere storico è necessario consolidare quel suo carattere unitario che esclude ogni settarismo" 
 La straordinarietà del fondatore della Cgil sta esattamente nella forza della sua lungimiranza, in quella pulsione a centrare il cuore delle questioni, ad anticipare la storia di un Paese che, "scherzo del destino", sembra incaricarsi testardamente di dargli  sempre ragione, anche a distanza di mezzo secolo.
 Quanto la Cgil sia stata bersaglio delle forze conservatrici, tanto nel 1957, quanto nell'ultimo decennio, è drammaticamente vero;  lucido, benché agghiacciante il riferimento ai "miliardari dei monopoli". 
L'idea di una Confederazione Generale Italiana del Lavoro, argine imperituro alla aggressione dei diritti dei lavoratori, ci accompagna da sempre e rischia di riproporsi anche nella prossima "attualità";  a maggior ragione di fronte a quel nuovo scenario politico che, pur provando a rappresentare se stesso sotto l'egida della rottura, continua a sperimentarsi in logiche altre rispetto alla volontà dei cittadini.
Nei prossimi mesi, purtroppo, avremmo più di una occasione per trarre da quelle parole  l'ennesimo insegnamento e le ragioni di una azione che, spero di sbagliare, dovrà riproporsi ad argine e difesa dei diritti di cittadinanza, dei principi di solidarietà e di giustizia sociale, contrapponendo ai tentativi isolazionisti (che non mancano mai) un ben radicato concetto di unità.
Una unità, quella della Cgil, che deve ripartire da quell'idea di Confederazione Generale proprio come la intendeva Di Vittorio: unitaria e senza settarismi.
Estendere la rappresentanza, intercettare nuovi bisogni, affermare nuovi diritti, proporre una idea complessiva di ricostruzione del Paese era e resta uno degli obiettivi che il 17° Congresso della Cgil deve realizzare.
La rappresentazione, forzata ad arte, di una Cgil "impallata" in un dibattito cristallizzato dal "versus", dalle contrapposizioni interne, da questa "gara" a chi è più democratico, più "rispondente" alle sollecitazioni delle "comunità" (molto virtuali),  è proprio quello che lo stesso Di Vittorio affermava essere il rischio malevolo di una grande organizzazione di rappresentanza generale. 
Farlo poi su un tema "da addetti ai lavori", incomprensibile per la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori, per precari e  disoccupati, come quello del testo unico sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro è, per usare Nanni Moretti, "continuare a farsi del male".
Quel testo realizza, per la prima volta nella storia repubblicana del nostro Paese, il principio costituzionale della rappresentanza, da centralità ai contratti di lavoro e affida alle lavoratrici e ai lavoratori il ruolo supremo di "certificatori ultimi" degli accordi che li riguardano. 
Quante battaglie, quante lotte, quante chiamate in piazza per affermare la giustezza di questa rivendicazione, per dire che questo era uno dei punti centrali della crisi democratica del Paese!
E allora, apriamo si la discussione con tutte le lavoratrici e i lavoratori italiani, privati e pubblici, confrontiamoci con loro, chiediamo loro la forza e il sostegno per dare gambe, con i contratti, a quelle straordinarie novità che l'accordo ci consegna. 
Facciamolo, però, avendo cura di non smarrirci per strada, di non cedere oltremodo a quei settarismi che Di Vittorio affermava essere l'antitesi della "confederalità"; ma soprattutto avendo cura di non dimenticare mai che stiamo parlando di uno dei diritti costituzionali fondamentali: il voto di quei cittadini sulle scelte che li riguardano come lavoratori è punto indisponibile a chiunque.
Senza l'affermazione di quel diritto, oggi finalmente realizzato con il testo unico del 10 gennaio,  non è a rischio questo o quel sentire nella Cgil. E' a rischio la sopravvivenza stessa del movimento dei lavoratori, del sindacato. 

Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil
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