venerdì 7 febbraio 2014

Il... pizzaiolo John e lo statista Barak.


03 febbraio 2014 - Si è fatto un gran parlare del  progetto... " To Reward Work by Raising the Minimum Wage"  che il Presidente degli Stati Uniti d'America ha presentato al Congresso nel suo discorso sullo Stato dell'Unione di qualche giorno fa.
Un tema come quello del salario minimo sulla bocca di un uomo che, nell'immaginario collettivo, guida il Paese a più alto tasso di liberismo è oggettivamente "spiazzante". Ma la notizia ha rimbalzato vorticosamente anche per la scelta del Presidente di "raccontare" quel che per noi italiani sarebbe "un decreto legge", attraverso la storia  del... pizzaiolo John: "ha appena dato ai suoi dipendenti un aumento, a dieci dollari l'ora - una decisione che ha risposto  alle loro difficoltà finanziarie e aiutato il loro morale".
Il Presidente Obama, con sempre al suo fianco John, dopo aver chiesto ai grandi imprenditori americani di fare altrettanto, ha dichiarato: "e come Presidente, ho intenzione di dare il buon esempio. Nelle prossime settimane, farò emettere un ordine esecutivo che impone agli appaltatori federali di pagare ai propri dipendenti un equo salario di almeno 10,10 dollari l'ora - perché se si cucinano pasti per le nostre truppe o si lavano i loro piatti , non si dovrebbe vivere in povertà".
Nelle prossime settimane, quindi, le aziende americane che avranno nuovi appalti diretti con l'amministrazione pubblica saranno obbligate a pagare i loro dipendenti con un salario minimo di almeno 10,10 dollari l'ora (circa 7,40 euro). Oggi quel limite è fissato a 7,25 dollari (circa 5,31 euro).
Al di la delle enormi differenze fra i nostri sistemi contrattuali e quelli statunitensi, (e anche fra i nostri regimi di tassazione sul lavoro e quelli americani), la decisione assunta dal Presidente Obama sul "minimum wage" entra a pieno titolo, insieme alla sua riforma della sanità,  nella storia di quel Paese: non solo tornano a crescere i salari minimi (dopo anni nei quali, da Reagan a Bush, la tendenza è stata inversa), ma il Presidente decide di farlo a cominciare proprio da quei privati che lavorano per le pubbliche amministrazioni.
Una decisione di una giustezza... disarmante, tanto semplice quanto straordinariamente innovativo e moderno è ciò che la anima: con questo atto Obama ha imposto una idea di Stato che non intende essere più soggetto terzo e neutro  fra capitale e lavoro, ma che finalmente scende in campo imponendo una "decisione pubblica" mossa da un "pensiero sociale".
In Italia, oltre ai circa tre milioni di lavoratrici e di lavoratori pubblici, per i quali blocco della contrattazione ha già prodotto una perdita secca di salario per oltre 250 euro medi mensili, lavorano per lo Stato altre centinaia di migliaia di uomini e donne in regime di appalto: nei soli settori della sanità convenzionata e della cooperazione sociale quel numero supera le 500.000 unità (parliamo di coloro che curano i nostri anziani, accompagnano i nostri disabili, educano i nostri bambini).
Lavoratrici e lavoratori che, grazie alla ignavia degli amministratori pubblici e alla totale assenza di regole, vincoli e sanzioni, sono quotidianamente sottoposti a dumping, abbassamento di salario, licenziamenti, cessione di diritti.
La regola dell'appalto al massimo ribasso, assunta ciecamente da governi variopinti, ha fatto prosperare una giungla retributiva il cui limite inferiore sembra non essere mai abbastanza...giù.
E' un pensiero troppo osé quel che mi porta ad immaginare il nostro Presidente del Consiglio Letta convocare una conferenza stampa, presentare a palazzo Chigi il...pizzaiolo "Giovanni" e illustrare i contenuti di un decreto che fissa regole e vincoli (anche etici) indispensabili per lavorare in appalto per le pubbliche amministrazioni? Che ne so, magari imponendo il rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro e  i livelli retributivi in essi definiti, la fissazione di standard qualitativi nel rapporto fra aziende e lavoratori e un sistema di verifiche sulla congruità di quelle prestazioni ai cittadini che con l'appalto vengono richieste ai privati?
Non ci vuole molto: mezza giornata per scrivere un decreto legge, un paio d'ore per trovare..."Giovanni" e dieci minuti per la conferenza stampa.
Sarebbe una bellissima giornata al termine della quale... andare a mangiare una pizza avrebbe tutto un altro significato.

Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil

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