venerdì 6 dicembre 2013

Regione Lazio, ecco il Piano Sanitario 2013-2015: rete ospedali, stop tagli lineari e case salute

(meridiananotizie) Il riordino della rete ospedaliera, lo stop ai tagli lineari sui posti letto e il superamento del sistema delle macroaree, e la riconversione delle strutture con il piano per le Case della Salute. Questi i tre principi su cui si basano i programmi operativi 2013-2015 che la Regione Lazio ha presentato oggi in una conferenza stampa e che saranno portati davanti al tavolo del Mef per l’approvazione definitiva il 12 dicembre

(MeridianaNotizie) Roma, 6 dicembre - “La riorganizzazione della rete ospedaliera e la costruzione di una nuova rete territoriale della salute è la condizione indispensabile per tagliare i costi, riducendo il tasso di ospedalizzazione inappropriata e offrendo, allo stesso tempo, servizi migliori ai cittadini e una sanità più vicina ai bisogni di salute delle persone – ha detto il presidente Nicola Zingaretti intervenuto assieme ad Alessio D’Amato presidente della Cabina di Regia sulla Sanità e Flori De Grassi, direttore del dipartimento programmazione sanitaria della Regione – Sarà un giro di boa storico. Si potrà programmare la sanità anche guardando ad una fase di possibili investimenti e ad una nuova riconsiderazione della fiscalità sulla Sanità”. piano sanità 2013 2015.jpg2

 ”Si avvia così – conclude Zingaretti – la chiusura della stagione dell’emergenza del piano di rientro e si offre una risposta organica ai 3 grandi fattori di crisi che hanno segnato la storia di questi anni: lo squilibrio geografico tra centro e periferia, impoverita dalla chiusura di molte strutture e dall’assenza di un’offerta alternativa agli ospedali, dall’errore e dall’inefficacia del sistema delle macroaree che hanno prodotto una desertificazione dei servizi nelle province; la fragilità o inesistenza della sanità del territorio, prigioniera di un modello ospedale-centrico (oggi, infatti la spesa sanitaria del Lazio è dedicata per il 52% alla sanità ospedaliera e per il 48% al territorio e alla prevenzione); la crescente precarizzazione del lavoro, la marginalizzazione di una nuova generazione di medici e operatori e l’assenza di un ricambio di competenze dovute alla rigidità del blocco del turnover”.

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