mercoledì 26 dicembre 2012

Gianni Nigro della Cgil Funzione pubblica di Roma , Uno degli slogan potrebbe essere: «Ci fermiamo un giorno per non fermarci per sempre».

 Lo sciopero di tutta la sanità del Lazio, pubblica e privata convenzionata, prende corpo: la serrata è il modo più estremo che le organizzazioni sindacali hanno per rispondere ai tagli che Enrico Bondi, commissario straordinario alla sanità, ha già attuato, con la riduzione del 7 per cento dei budget 2012, pari a oltre 96 milioni di euro, in cliniche, ambulatori e ospedali religiosi convenzionati. Per rispettare la spending review Bondi sta anche programmando in Asl e ospedali pubblici la chiusura di decine di reparti per un totale di oltre 450 letti. Altri 450 verranno cancellati nel privato con la sforbiciata ai finanziamenti.

I primi dell'anno i sindacati confederali si riuniranno per decidere, ma la data più probabile potrebbe essere il 18 gennaio. Comunque la scelta dovrebbe cadere in un giorno tra il 15 e il 20. «Non ci piace dover arrivare a misure estreme come lo sciopero generale del comparto - sottolinea Gianni Nigro della Cgil Funzione pubblica di Roma - ma per un giorno siamo costretti a bloccare tutto, tranne l'attività di pronto soccorso e gli interventi urgenti». Uno degli slogan potrebbe essere: «Ci fermiamo un giorno per non fermarci per sempre».
I confederali chiedono al commissario di fermarsi: «Bondi non può continuare a programmare interventi di riordino del settore - precisa Nigro -. La riorganizzazione è necessaria, ma a farla deve essere la prossima giunta regionale che è chiamata a eliminare gli sprechi e potenziare l'assistenza sul territorio, che è molto carente, magari con un progetto condiviso con le parti sociali. Bondi può solo tagliare, ma qui bisogna anche investire». In altre parole «lo sciopero vuole difendere il diritto alla salute - sostiene Nigro -. E poi il decreto che taglia i budget ai privati deve essere ritirato: di certo il Tar darà ragione a chi ha fatto ricorso». La Cgil chiede anche al futuro governo del Lazio di «costruire una struttura tecnico-amministrativa per fare controlli e verifiche - aggiunge Nigro - senza subire le influenze politiche che ci sono state negli ultimi anni sull'Agenzia di sanità pubblica».

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