domenica 23 dicembre 2012

Ambulanze, la Cri dà forfait "Niente soldi dalla Regione"... Ma la Cgil attacca....


La Croce Rossa Italiana fa un passo indietro. Ma la Cgil attacca: troppe irregolarità nel servizio. Dito puntato sull'accordo con l'Ares per subappalti e personale


La Croce Rossa fa un passo indietro: non si occuperà più del servizio di ambulanze nelle province di Roma, Latina, Viterbo e Frosinone. "Non sono ancora pervenute le somme previste per l'acconto e la situazione che si venuta a creare rende impossibile per la Croce Rossa proseguire nelle attività in convenzione. Seppur con vivo rammarico, siamo costretti a comunicare la risoluzione dell'accordo". 
La Croce Rossa Italiana fa un passo indietro. Ma la Cgil attacca: troppe irregolarità nel servizio. Dito puntato sull'accordo con l'Ares per subappalti e personale

L'annuncio è affidato a poche righe firmate dal direttore generale Patrizia Ravaioli e dal commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca: salta la convenzione stipulata nel 2012 con l'Ares 118, l'azienda regionale per l'emergenza sanitaria. L'intesa avrebbe portato nelle casse della Croce Rossa 19,5 milioni ogni dodici mesi per sei anni.

Ma la gestione del servizio da parte della Cri è finita anche in Procura. "È la seconda volta in un anno e mezzo  -  ricorda Gianni Nigro della Cgil  -  che la Croce Rossa abbandona il servizio. Spero che non ci sia una terza possibilità, perché questa volta ci sono state delle irregolarità". Nell'esposto preparato dal sindacato e inviato anche alla Corte dei conti e al commissario ad acta Enrico Bondi sono elencate una serie di violazioni del contratto stipulato con la Regione. 

Primo tra tutti il divieto, non rispettato, di subappaltare il servizio avuto in gestione dall'Ares 118. "La Cri ha poi attivato una procedura  -  si legge nel documento inviato anche alla guardia di finanza e ai carabinieri 
-  al massimo ribasso indicando un importo di 159.360 euro al mese per gli infermieri".

Il secondo punto individuato dalla Cgil nell'esposto è quello relativo ai 91 autisti precari che per sette anni hanno lavorato con l'Ares 118. Con risultati ottimi: nel 2005, grazie al loro impiego erano state aperte 21 nuove postazioni a Roma e provincia. Nel protocollo d'intesa, quindi, la Croce Rossa si impegnava a stabilizzarli. Una promessa che sarebbe venuta meno con "l'allontanamento di almeno 50 lavoratori". 

La situazione si fa più controversa nel frusinate. Viene aperta una selezione per le postazioni di Ceprano e Cassino, finanziata con 1 milione e 620 mila euro dalla Regione. Per partecipare, però, bisogna aver sostenuto il corso di formazione "Psti". Un titolo già in possesso dei volontari Cri, ma non di tutti quegli autisti che negli ultimi anni avevano lavorato per l'Ares 118. 

Ma non è tutto: su ogni ambulanza è prevista la presenza di un barelliere. Ma sull'impiego di questa particolare figura professionale da parte della Croce Rossa non ci sarebbe nessuna certezza. "Sarebbe grave  -  continua la Cgil  -  se, in alternativa all'attivazione degli uffici del lavoro, la Cri stia utilizzando propri volontari a costo zero". Incassando, naturalmente, tutti i 19,5 milioni previsti dalla convenzione. È questa l'ultima accusa formulata dalla Cgil. 

"La Croce Rossa  -  spiega Nigro  -  non ha mantenuto gli accordi stretti con la Regione e con i sindacati. La soluzione più economica e razionale sarebbe l'affidamento diretto all'Ares 118, ma c'è il blocco delle assunzioni. Ora speriamo che il nuovo bando affidi il servizio di ambulanze a un solo soggetto privato".


NdR: Il Prefetto di Roma ha dato la propria disponibilità ad incontrare la FP CGIL DI ROMA E LAZIO per derimere  il problema dei 50 autisti licenziati. La nostra O.S. farà valere le proprie ragioni accompagnata da un' ampia delegazione dei lavoratori coinvolti.

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