venerdì 1 maggio 2015

La solidarietà fa la differenza, questo è il lavoro pubblico

Solidarietà. La parola scelta quest'anno per la celebrazione del primo maggio è intimamente legata alla nostra storia. Solidarietà e integrazione rappresentano il senso stesso del lavoro e del servizio pubblico.
Questi anni di crisi, infatti, affrontati per un verso con l'austerità e per l'altro con l'attacco al lavoro pubblico, hanno prodotto una narrazione che ha cercato di descrivere i servizi pubblici, i lavoratori pubblici, come un esubero, un surplus, una perenne revisione di spesa dietro la quale nascondere la perpetua logica del taglio lineare. Senza pescare nella memoria, basta stare alla giornata di oggi, quella dell'approvazione del ddl madia, salutato dalla stessa ministra come un provvedimento per rendere l'Italia un posto "più semplice". Se è vero che la comunicazione è politica, la semplificazione di questo massaggio delinea una precisa linea politica: in un'epoca complessa come quella che viviamo, dove i bisogni e le domande dei cittadini e delle cittadine sono molteplici e complesse, lo Stato ha deciso scientemente, o per meglio dire "semplicemente", di ritirarsi. Si è deciso - e la (non) riforma della Pa su questo è emblematica - di abbandonare il territorio, centralizzando i poteri, perché è la risposta più semplice da dare. Ecco perché nelle parole di questo primo maggio, nel messaggio di questa festa dei lavoratori che celebreremo nazionalmente a Pozzallo, nella voglia e nel bisogno di fare del Mediterraneo non un cimitero ma un ponte di accoglienza nei confronti dei migranti, vogliamo ribadire la centralità del lavoro pubblico, del servizio pubblico. E forse non c'è immagine migliore di quelle donne e di quegli uomini, lavoratori pubblici, che ogni giorno, nelle acque del canale di Sicilia, con immensa umanità, si impegnano a salvare centinaia e centinaia di vita umane, regalando cure e gesti a uomini, donne e bambini disperati. Da qui, da questa idea di solidarietà, vogliamo ripartire, per fare la differenza. 
 
Care compagne e cari compagni, viva il primo maggio.  
Rossana Dettori

Nessun commento:

Posta un commento