sabato 28 marzo 2015

'Unions' in piazza. Landini a Roma sfida il governo: "Inizia una nuova primavera"

E' il giorno di Coalizione Sociale. Molte adesioni dei movimenti. Il leader di Confindustria, Squinzi, richiama alla responsabilità: "Sindacati hanno frenato tutto. Se non ci diamo una smossa retrocederemo drammaticamente". Rodotà: " Ciò che va bene per i lavoratori va bene per l'Italia"
Se vuoi risolvere i problemi, devi fare milioni di assunzioni. Il problema non sono quelle di gennaio e febbraio". Sono state queste le prime parole di Maurizio Landini, arrivando a piazza della Repubblica di Roma per la manifestazione della Fiom. E su Renzi, è tranchant: "Deve mettersi tranquillo, non siamo qui contro di lui. Noi vogliamo fare delle proposte per il futuro dell'Italia e siamo pronti a batterci sapendo di avere più consenso di quanto abbia il governo". E poi: "Lo vedo sempre molto attento a rispondere a qualsiasi cosa noi facciamo o diciamo, si vede che qualche preoccupazione il ragazzo ce l'ha". Però, continua: "Oggi inizia una nuova primavera per il Paese".
Aperta dallo striscione della Fincantieri, Maurizio Landini e la sua Fiom guidano oggi la manifestazione di Coalizione sociale partita alle 14 per attraversare il centro di Roma: da piazza Esedra fino a piazza del Popolo. Con uno slogan, "Unions!", richiamo alle origini del movimento sindacale e alla lotta per creare un fronte comune che, a partire dalla "dignità e dalla libertà del lavoro", si ponga in contrapposizione con le politiche del governo di Matteo Renzi. "Unire il lavoro: questa è la nostra proposta. Non è un percorso facile ma intendiamo andare avanti, sia per riformare il sindacato sia per ridare voce" a tutti i lavoratori, ha spiegato il segretario generale della Fiom aggiungendo: "Ci stiamo battendo non per 79 mila assunzioni, ma perché vogliamo risolvere i problemi con la creazione di milioni di posti di lavoro". E' sull'orario che punta: "Dobbiamo ridurre gli orari di lavoro in un Paese in cui c'e' ancora lo straordinario defiscalizzato. Questa battaglia va riaperta con grande forza"
Renzi peggio di Berlusconi: "Non siamo di fronte al cambiamento del Paese, siamo di fronte a un governo che ha scelto di rifiutare il confronto con le organizzazioni sindacali, non discute, ha scelto come interlocutore la Confindustria" dice Landini, dal palco della manifestazione di piazza del Popolo. "Un nuovo modello di sviluppo, una riforma democratica del sindacato, coinvolgendo altri soggetti e allargando la rappresentanza: è quello che dobbiamo fare, è la risposta più forte a un Governo che ha già fatto la sua coalizione sociale con Confindustria e Bce. Uniamo ciò che il Governo divide". Per il sindacalista il governo Renzi è "in continuità con Monti e Letta e c'è un peggioramento rispetto a quando c'era Berlusconi". "Ci siamo stancati di spot elettorali, e di balle che vengono raccontate" continua. Il 12 dicembre scorso la Fiom aveva detto che dopo lo sciopero generale la mobilitazione non si sarebbe fermata. Oggi - sottolinea - siamo qui per dire che non ci fermeremo e andremo avanti finché non saranno cambiate le legge sbagliate che cancellano i diritti dei lavoratori". Per Landini quindi, fondamentale è "contrastare il Jobs Act sia sul piano contrattuale che legale e legislativo, non escludendo alcun tipo di intervento".
Al corteo c'è anche Susanna Camusso. Landini la presenza della Cgil la rimarca subito: "La novità vera e importante è che a questa manifestazione c'è tutta la Cgil, noi siamo della Cgil e non un'altra cosa", dice. Ci sono anche laBindi e Stefano Fassina. "Sono qui come parlamentare di una parte del Pd, c'è un pezzo importante di popolo che dobbiamo rappresentare. Del Pd siamo pochi ma il Pd non è fatto solo dai gruppi parlamentari e da Matteo Renzi e dispiace che Renzi tratti questa manifestazione con disinvoltura, come l'ennesima parata" dice Fassina. Tra i manifestanti spuntano anche AldoTortorella, storico deputato Pci, e Luca Casarini.
Su singoli temi associazioni come Libera, Arci, Anpi e Articolo 21. Ma non manca chi, come Libertà e Giustizia, ha ufficialmente sposato la piattaforma programmatica della Coalizione Sociale: "LeG c'è" si legge sul sito dell'associazione guidata da Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky una cui lettera sarà letta dal palco di piazza del Popolo. Poi studenti, bancari, movimenti di chi lotta per la casa. Quindi la politica: ma se Rifondazione Comunista e l'Altra Europa con Tsipras partecipano in blocco, le altre forze di sinistra o centro-sinistra sono rappresentate solo da singoli esponenti.

Nel corteo anche Nichi Vendola e lo stato maggiore di Sinistra Ecologia e Libertà: "Credo che l'impegno dichiarato di Landini sia aggregare forze nella società civile che vogliono disvelare la grande menzogna del governo Renzi", prosegue il leader di Sel circondato dai giornalisti.
Mentre si parla si parla di dinamica riformista si stanno "smantellando i diritti del mondo del lavoro". E ancora, "con tonnellate di propaganda si cerca di nascondere la crisi".

ntenso l'intervento di Stefano Rodotà. "Oggi è una giornata diversa dalle altre, un fatto che inquieta. Qui non stiamo disturbando un manovratore ma va riconosciuta la dignità dei lavoratori, garantire l'esistenza dignitosa è un obbligo costituzionale. Ai lavoratori va bene che venga riconosciuto diritto di presenza e parola in tutte le situazioni. Ciò che va bene per i lavoratori va bene per l'Italia. Questa è la frase che dobbiamo dire oggi" dice dal palco di piazza del Popolo. "Se oggi c'è una frase che dovrebbe inquietare tutti è 'Non ci sono alternative' perché vuol dire che la democrazia è mutilata. Oggi insieme stiamo cercando di costruire un futuro che non è quello che ci viene promesso in questo momento" continua. "E sul premier, ancora: "Renzi che respinge con una certa sufficienza parlando di 'pigrizia del professorone' dico che io sono così poco pigro che sono qui con le stampelle. E' un segno di inferiorità l'uso di questo termine". Parole anche sul Jobs Act: "Se la Costituzione dice che il lavoro è il fondamento della democrazia, anche le risorse devono essere distribuite con questa gerarchia costituzionale". "La passività - conclude - è l'anticamera della resa e non mi pare che qui ci siano persone disposte ad arrendersi".

Ma non mancano polemiche. "Siamo in democrazia e il progetto politico della Fiom, oggi in piazza, non preoccupa ma spero anche che siano capaci di guardare avanti e non indietro perché proprio gli attori di oggi hanno fatto danni in passato, come la situazione in cui siamo oggi. I sindacati, infatti, hanno frenato tutto" ha detto il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, che chiama alla responsabilità i sindacati. "Se non ci diamo una smossa retrocederemo drammaticamente", aggiunge dal convegno della Piccola industria. Tra gli esempi di questo atteggiamento 'antico' di Cgil, Cisl e Uil, Squinzi cita l'accordo sulla rappresentanza sbloccato nelle scorse settimane con l'accordo operativo sulla certificazione. "Come Confindustria abbiamo firmato l'accordo sulla rappresentanza che permette di dare il giusto peso ai sindacati ma poi ci hanno fatto disperare per arrivare al regolamento applicativo fatto nei giorni scorsi". E "se per fare questo servono 18 mesi lascio immaginare il resto. Il mondo si muove a velocità straordinaria e chi fa impresa lo ha ben chiaro. Se non ci diamo una smossa retrocediamo drammaticamente", aggiunge Squinzi. Dura la risposta di Landini:  "Confindustria è meglio che cominci a rinnovare i contratti. Cominci a cacciare da confindustria chi paga le mazzette".

Un'altra critica, personale ma molto dura, arriva da una delle giornaliste francesi più note in Italia, Marcelle Padovani corrispondente del Nouvelle Observateur, moglie dello storico segretario prima Fiom e poi Cgil Trentin: "Landini deve smettere di usare il nome di Bruno Trentin come ispiratore del proprio pensiero e della propria azione. Trentin pensava ed agiva in modo assolutamente diverso rispetto all'attuale segretario della Fiom. Era critico, com'è noto per chi l'ha letto e ne ha condiviso l'azione sindacale, verso l'autonomia del politico, ma altrettanto critico verso l'autonomia del sociale che inevitabilmente conduce all'isolamento velleitario o al corporativismo".

Polemico anche il segretario della Fim-Cisl che fornisce le cifre della partecipazione allo sciopero indetto oggi dalla Fiom nelle fabbriche per gli straordinari: "La Coalizione di Landini parte senza operai Fca: falliscono gli scioperi Fiom nelle fabbriche del Lingotto. A Pomigliano si sono fermati in 6, in Val di Sangro in 85 e così ovunque".









REPUBBLICA

Nessun commento:

Posta un commento