mercoledì 19 giugno 2013

BUSSONE COORDINATORE FP CGIL ARES 118: DECINE DI AGGRESSIONI, UNA VOLTA CI TIRARONO CATRAME FUSO+


(OMNIROMA) Roma, 19 GIU - Tossicodipendenti che danno in escandescenze, giovani della movida sotto effetto di alcol, parenti di persone che hanno subito violenze. Fattispecie diverse per lo stesso fenomeno, quello delle aggressioni agli operatori del 118, che negli ultimi tempi sembrano moltiplicarsi. Ieri di nuovo a San Basilio, già teatro di un'incivile aggressione all'equipaggio dell'ambulanza intervenuta lo scorso 12 giungo dopo la sparatoria, con morto e feriti, seguita a una lite per motivi di viabilità. E ieri, prima dell'aggressione avvenuta alle 19,30 circa, sempre a San Basilio un'altro equipaggio di ambulanza era stato aggredito intorno alle 13, come si legge nella lettera inviata dal dg dell'Ares Antonio De Santis al prefetto di Roma. Ma a sentire chi sulle ambulanze c'è stato a lungo, il fenomeno non è esclusiva delle periferie. "San Basilio, Eur, Parioli, Campo de' Fiori, Ostia: sono tanti gli episodi - racconta Sergio Bussone, responsabile regionale Cgil per l'Ares 118 - almeno 15 negli ultimi tempi, basta andare su google e digitare 'episodi violenza operatori 118 Roma' ed escono fuori. Ricordo che una volta, a Ostia, ci chiamarono per un intervento e ci 'guidarono' con cortesia sul posto del presunto soccorso. Poi all'improvviso da una finestra o da un balcone venne gettato sull'ambulanza del catrame fuso. Un'altra volta arrivammo per soccorrere un tossicodipendente in overdose. Gli facemmo due iniezioni di Narcan e quando si riebbe, per tutta risposta, ci aggredì a calci e sputi insieme ai suoi amici tossicodipendenti". Nessuno, pare, riesce a comprendere i motivi di queste aggressioni: "Non lo sappiamo, forse perché ci identificano con le istituzioni, forse per emulazione, certo è che questi episodi rischiano anche di influire sulla qualità del servizio, nonostante la grande professionalità degli operatori. Io personalmente ci misi un mese per riprendermi da un'aggressione subita a Ostia, dove intervenimmo per una rissa sul lungomare e ci ritrovammo addosso una massa di ragazzi strafatti che ci aveva scelto come bersaglio per il divertimento della serata". Ora il limite sembra oltrepassato. "Già facciamo dei corsi di autodifesa, che tra l'altro sono aumentati, ma ora serve l'intervento delle istituzioni - continua il sindacalista - Abbiamo chiesto a ministero dell'Interno, della Giustizia, prefetto, sindaco e presidente della Regione, ognuno per le sue competenze, di analizzare il fenomeno in profondità e prendere i provvedimenti del caso. Ad esempio, chiediamo, analogamente a quanto accade negli stadi, che eventuali immagini registrate delle aggressioni possano costituire 'prova' della flagranza del reato e quindi consentire l'arresto dei responsabili anche a distanza di tempo. In ogni caso le istituzioni devono fare le loro valutazioni e intervenire prima che succeda qualcosa di ancora più grave".

Nessun commento:

Posta un commento