venerdì 18 gennaio 2013

"CONSERVATORI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI": PRESERVARE, DIFENDERE, GARANTIRE. UNA SANITA'. DI TUTTI.


Non riesco ad abituarmi, proprio non ci riesco. Ogni volta che qualcuno utilizza il termine "conservatore" usandolo come il fendente finale per annichilire il dissenso, la diversità di opinione, l'avversario politico di turno sento un moto di sconcerto, di profondo disagio.
Nel novero della più classica tradizione politica di fine secolo, mi sono nutrita nel tempo dell'idea che la parola "conservatori" avesse solo due possibili definizioni: scartata la prima, quella che rimanda alla musica e a Santa Cecilia, ciò che rimaneva evocava chiaramente la destra liberista, quella di stampo anglosassone.
I conservatori da una parte, i laburisti dall'altra in uno schema identificativo, chiaro ed universalmente riconosciuto: severi in tema di ordine e legalità, rispettosi della tradizione, della famiglia e della religione i primi, per la redistribuzione della ricchezza, per lo stato sociale, per una sanità ed una istruzione entrambe pubbliche gli altri (wikipedia).
E' ora di riaggiornare quelle categorie ideologiche, di trovare un lessico più moderno e consono all'era del due punto zero? bene, apriamo una bella discussione di qualità: sociologi, politologi, filosofi, accademici di tutto il mondo intorno ad un tavolo per ridisegnare quegli schemi per ridefinirne i confini o anche solo per sancire, una volta per tutte, che nulla può essere più pre-giudicato, incasellato dentro cornici pre-confezionate.
Ma fino ad allora chiedo una moratoria, un cessato il fuoco, un periodo di riconciliazione "civile" su quei termini.
La categoria dei "conservatori",  quando ad esempio si parla di sanità, di diritto alla salute, può essere usata nei confronti di chi vuole preservare, difendere, garantire il mantenimento di un servizio sanitario nazionale universalistico e pubblico come quello italiano?
E quella dei "riformisti", sempre parlando di sanità, può utilmente definire chi vuole cambiare il proprio modello sanitario trasformandolo da  assicurativo, privato e selettivo, come quello americano, in uno che vuole chiaramente rifarsi al nostro?
Secondo lo schema del Professor Monti, per il quale, è ormai chiaro, noi siamo il peggio della conservazione, Barak Obama è riformista o conservatore?
Possiamo per una volta convenire che riformismo e conservatorismo, almeno fino ad un  nuovo ordine, sono due facce di una medaglia che non è mai la stessa? Che fra chi sostiene la riforma di un modello, di una istituzione, di un servizio e chi si spende per la sua conservazione c'è il merito delle questioni, la qualità di una scelta, c'è l'oggetto che si intende conservare o riformare, c'è, insomma, la vita delle persone?
Io penso semplicemente che Barak Obama sostiene un modello sociale e di sviluppo profondamente diverso da quello "repubblicano" e che, per tornare in Italia, da una parte ci siamo noi, con la nostra idea di diritti, di lavoro, di coesione e solidarietà, di rispetto della dignità delle persone e dall'altra c'è il pensiero delle destre (e del Professor Monti): una società delle opportunità e  della competizione, della selezione sociale  e del mercato regolatore.
Difendere la caratteristica pubblica del Servizio sanitario nazionale, riqualificare la rete ospedaliera investendo sui servizi di assistenza territoriale, contrastare i tagli dando valore al lavoro, rilanciare gli investimenti in salute per creare buona occupazione, garantire i  livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale, aprire alla partecipazione democratica  dei cittadini, ampliare i confini dell'intervento socio sanitario assistenziale: tutto ciò non parla di categorie astratte, ma di donne e uomini, di anziani e bambini, di cronici e non autosufficienti, di inclusione e di emarginazione,  parla della qualità della vita, parla di cose concrete.
E' proprio in nome di questa concretezza, del legame che deve sempre unire le definizioni teoriche e la vita concreta dei cittadini che intendiamo continuare questa nostra battaglia a difesa del servizio sanitario nazionale, così come dell'intero sistema di welfare universalistico.
Il 22 Gennaio, a Roma dalle ore 9.00 http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=20435  la Cgil tutta, le sue categorie, pubbliche e private, le lavoratrici ed i lavoratori, quel mondo, cioè,  così spesso additato come "conservatore", propone idee di difesa e di cambiamento, si confronta con le istituzioni, con il Paese: UNA SANITA'. DI TUTTI.
Intendiamo certo "conservare" la natura pubblica e le caratteristiche di universalità del nostro sistema sanitario, così come vogliamo  altrettanto "riformare" le storture e le iniquità che la crisi, con la complicità dei governi di destra (compresi i tecnici), ha imposto al servizio sanitario nazionale.
Conservatori? 
Se il senso è quello che ho appena provato ad affermare, si: orgogliosamente conservatori. 
E, citando per l'ultima volta il Presidente americano, "il meglio deve ancora venire" 

Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale 

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